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L'esplosione della violenza nelle banlieues francesi è stata l'occasione per fare aprire gli occhi alla Francia, e più in generale all'Europa, sul tema dell'integrazione delle popolazioni di origine straniera residenti sul proprio territorio, in particolare per fare i conti sul progetto dell'universalità dei diritti, che si scontra quotidianamente con forme massicce di discriminazione e marginalizzazione di intere fette di popolazioni. Si può vedere in questo movimento di protesta una risposta ai nuovi meccanismi di costruzione razziale che innervano le poliche sociali della nuova Europa? Si deve parlare di irriducibile differenza di queste persone, appartenenti a culture o religioni troppo diverse? Può l'islam convivere nella democratica repubblica dei diritti che si presume essere l'Europa unita?